Pitch come limite nell'imprenditoria femminile 

Pitch come limite nell'imprenditoria femminile 

Scoprire nel 2020 che il pitch è un limite nell’imprenditoria femminile mi ha lasciato a bocca aperta.

Limiti del pitch nell'imprenditoria femminile 

In questo articolo de “Il Sole 24 Ore” emerge come “due venture capitalist e una docente universitaria per Harvard Business Review abbiano analizzato che nel 2018, solo il 3% del capitale di rischio negli Stati Uniti è andato a società fondate da donne”. Secondo loro il problema è il pitch, quindi la presentazione del progetto. I dati, ancora una volta, sembra che dicano che gli investitori propendano di più verso progetti presentati da uomini piuttosto che da donne.

A supporto della loro tesi gli autori riportano un esperimento dove in una fase di presentazione di business a investitori sono state usate slide e testi identici, con o senza foto del “presentatore”, illustrate da voci maschili e femminili.

Gli investitori – uomini e donne allo stesso modo – hanno preferito le attività narrate da un uomo, a maggior ragione se quell’uomo era di bell’aspetto.

Rimando il proseguo dei dati all’articolo del Sole.

Pitch come limite nell’imprenditoria femminile

Se devo guardare tra i miei clienti, con tutta onestà intellettuale, quali sono le imprese e i lavoratori che ad oggi ottengono più risultati partendo da zero, non ho dubbi: sono le donne.

A parità di condizioni, infatti, sono più capaci, sia da un punto di vista organizzativo che di perseguimento degli obbiettivi. Ascoltano di più, hanno maggiore capacità di mettere in pratica i consigli ma soprattutto amano pianificare e capire se c’è la sostenibilità economica di un progetto iniziale!

Forse quello che più le manca è quella dote di irrazionalità (forse più predominante negli uomini?) di provare a fare un passo più lungo senza pensare a tutte le eventuali conseguenze che esso possa comportare. In questo senso mi spiego anche il perché i progetti presentati dalle donne per la raccolta di capitali sono inferiori rispetto a quelli presentati dagli uomini.

Se poi ci mettiamo anche la componente culturale per cui un pitch ha più successo se presentato da un uomo piuttosto che da una donna, allora non resta che chiedersi: a cosa serve il pitch?

Nel caso mio posso confermare che sui risultati differenze non ce ne sono, anzi. Pertanto sono pienamente d’accordo che occorra strutturare un percorso meno focalizzato sul pitch e più sui numeri.

Sorgente: Startup: meno pitch e più numeri per conquistare gli investitori – ilSole24ORE

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