Consulenza per la redazione piani di fattibilità e Business Plan
Mi sono reso conto che la maggior parte dei nuovi professionisti/imprenditori ha accumulato fin troppe informazioni. La fonte principale di queste ultime, oggi, è sicuramente la rete. Giusto o sbagliato? Entrambe. Non esiste una risposta perfetta. Io, nel ruolo di consulente aziendale, preferirei ricevere la prima volta dei futuri imprenditori consapevoli, che conoscano quindi a mena dito l’aspetto aziendalistico e quello finanziario per la propria futura impresa. Invece, purtroppo, spesso giungono in Studio per lo più ragazzi con una infinita dose di informazioni riguardo a: StartUp, SRLS, tassazione al 5%, incubatori, equity ecc.
Tutte informazioni che sono utili non in un primo momento, bensì in una seconda fase se non terza o quasi ultima del processo di identificazione e realizzazione dell’impresa e dei Piani di fattibilità e Business Plan.
Prima di tutto occorre sviluppare un progetto di fattibilità. Per poterlo redigere occorre pensare e schematizzare (anche e soprattutto nella propria mente) quali potranno essere i costi/benefici dell’attività, poi si può condividere tale idea embrionale con un professionista. Quest’ultimo, a mio avviso, ha innanzitutto il compito di far capire al futuro imprenditore se l’idea di business è o meno fattibile e poi di aiutarlo nella redazione del piano di fattibilità e business plan. Il mio approccio professionale con il diretto interessato mira a:
- fornirgli un quadro generale della normativa fiscale;
- fornirgli un quadro generale delle normative in diritto civile (differenze caso per caso delle diverse tipologie d’impresa esistenti nel nostro ordinamento);
- renderlo immediatamente in grado di capire la fattibilità o meno della sua attività: il tempo è denaro per tutti;
- capire quali strumenti diversi ha per poter entrare nel vivo della sua attività. Solitamente giunti a questo punto secondo me si hanno già abbastanza strumenti per considerarsi, se non imprenditori, quantomeno startupper.
Preventiviamo, quindi, un monte ore per i punti precedenti collegati spesso ad una serie di risultati che, a titolo esemplificativo e non esaustivo, possono essere:
- redazione piano fattibilità con bozze del conto economico e del piano di investimento;
- redazione della bozza del business plan con previsioni su 3 o 5 anni qualora il piano di fattibilità convinca entrambi;
- chiacchierata informale con un consulente specializzato di una banca ai fini dell’ottenimento del finanziamento;
- redazione completa del business plan e percorso finale di ottenimento del finanziamento.
Ovviamente lo schema sopra riportato è soltanto un esempio perché possono essere necessarie anche ad esempio :
- patti parasociali per determinare il rapporto tra i soci sugli aspetti societari più particolari;
- colloqui con investitori;
- colloqui con partner;
- redazione di contratti preliminari con fornitori e con clienti;
- redazioni di contratti di aumento di capitale dedicato di cui spesso fanno parte anche i cosiddetti “crowdfunding”.
Da questo punto in poi tornano utili le informazioni di cui si parlava all’inizio, ma solo dopo la redazione dei piani di fattibilità e business plan, quali:
- tipologia di società da adottare;
- presenza o meno dei requisiti della StartUp innovativa;
- possibilità di accesso ad eventuali contributi;
- possibilità di accesso ad eventuali finanziamenti dedicati;
- studio delle norme fiscali che possono aiutare l’attività in oggetto ad ottenere sgravi ecc.
Ciò che importa secondo me è partire con il piede giusto!